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Decreto Legge 181/2006: la conversione in legge


 

Il 13 giugno 2006 si è svolta l’audizione della RdB/CUB presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato in relazione al riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri.

Il primo atto emesso dal Governo Prodi dal momento in cui si è insediato.
La RdB/CUB, nel corso dell’audizione, ha esposto una relazione analitica che evidenzia quelle che sono, rispetto al precedente impianto dei ministeri, le contraddizioni, i problemi legati all’erogazione dei servizi e ai diritti dei lavoratori dipendenti.

Da anni, si assiste ad un peggioramento costante delle condizioni lavorative determinate dal blocco delle assunzioni, dall’aumento dei carichi di lavoro, dall'utilizzo dei lavoratori precari sottopagati e senza diritti, dalla perdita di diritti imposta dagli ultimi rinnovi contrattuali e dai conseguenti irrisori aumenti salariali.

Con il D.L.vo 300/99 si era inteso, in attuazione della Legge 57/97, razionalizzare e accorpare le Amministrazioni centrali dello Stato con l’obiettivo di semplificare le procedure, migliorare il servizio reso, dismettere alcune competenze e realizzare un risparmio di gestione.
Il primo atto del Governo Prodi, invece, è stato quello di "spacchettare" i Ministeri preesistenti riportandoli da 14 a 18.
Rispetto a questo quadro, quindi, non sembra che il governo Prodi voglia invertire la tendenza.

Infatti, l'intenzione dell'attuale compagine governativa è quella di effettuare un ulteriore taglio alla spesa per i ministeri del dieci per cento, attuare una politica di forte ridimensionamento salariale nei confronti del pubblico impiego generando, inevitabilmente, il peggioramento della qualità  dei servizi erogati ai cittadini e delle condizioni dei lavoratori dipendenti.

 

Una nostra prima considerazione si basa sulle differenti condizioni in cui, oggi, versano i Ministeri rispetto al 1999:

• La graduale integrazione delle funzioni e del personale ha fatto in modo che quel processo di razionalizzazione, con mille difficoltà e problemi, iniziasse a prendere corpo.
• Il personale dipendente, oggi, è notevolmente diminuito rispetto ad allora per effetto del reiterato blocco delle assunzioni (i dati del conto annuale della R.G.S. registrano una diminuzione di 9000 unità nel solo biennio 2003 -2004) e dei tagli alle piante organiche.
• Esternalizzazione massiccia di competenze, inutili acquisizioni di beni e servizi, sconsiderato ricorso a costose consulenze, tutto a danno delle professionalità interne e con un aumento esponenziale della spesa.
• Implemento all’utilizzo del personale in mansioni superiori diverse da quelle di appartenenza, a causa della perdita di professionalità dismesse e non sostituite.
• Blocco pressoché generalizzato dei processi di riqualificazione del personale.
• Ricorso sempre più accentuato di personale precario, con tipologie di rapporto di lavoro nuove rispetto agli "storici" rapporti a tempo determinato (co.co.co., interinali, formazione lavoro, stagisti).
• Ruolo unico del personale dipendente dei Ministeri "accorpati" oggetto di sperequazioni economiche in relazione alle Indennità di Amministrazione nonostante numerose sentenze passate in giudicato ma ancora non attuate.

In tema di mobilità e relazioni sindacali, la RdB/CUB ha sottolineato la necessità di prevedere garanzie esplicite per il personale che sarà oggetto di trasferimento come la volontarietà allo spostamento, il mantenimento e la perequazione del trattamento economico più favorevole.

Rendere, inoltre, più esplicito nel testo il riferimento alla consultazione delle confederazioni sindacali maggiormente rappresentative nel pubblico impiego, consultazione che per la RdB/CUB avrà non solo lo scopo di tutelare i lavoratori, ma anche quello di contribuire al rilancio della Pubblica Amministrazione.

La riproposizione, quindi, di un impianto che prevede l’invarianza della spesa non era e non è compatibile con la portata della riforma proposta.

Il fallimento, sul piano economico e funzionale, delle politiche di tagli alla spesa per il funzionamento della pubblica amministrazione operate dagli inizi degli anni ’90 in poi, non hanno prodotto nessun risanamento né, tantomeno, il rilancio del Paese.

Anzi, quelle politiche hanno contribuito e provocato l’arretramento economico e il degrado sociale attuale.

Ci sembra, pertanto, che più che un provvedimento di riordino formale dei ministeri ci sia bisogno di una sostanziale inversione di tendenza rispetto alle scelte politiche di disimpegno rispetto ai servizi sociali forniti dalle Pubbliche Amministrazioni.

Il 27 giugno 2006, il Governo ha posto la fiducia sulla conversione in legge del decreto legge n. 181 del 18.5.2006 (ddl 379), presentando degli emendamenti al disegno di legge che abbiamo pubblicato sul nostro sito web www.rdbtesoro.it.

Il quadro generale non è cambiato. 

La RdB/CUB è impegnata a contrastare qualsiasi tentativo di destrutturazione della Pubblica Amministrazione e di ridimensionamento della centralità del servizio pubblico.

Il rilancio economico, sociale e civile del Paese si realizza solo attraverso il miglioramento salariale dei lavoratori e con forti investimenti nelle funzioni e nei servizi dello Stato.

Funzioni e servizi al servizio di tutti i cittadini e non solo delle imprese.

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Gli emendamenti del Governo al Decreto Legge 181/06