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TFR

TFR e fannulloni: il sondaggio e la telenovela

Roma,

Nonostante il TFR Day, promosso da Il Sole 24 ore, il TG1 Rai, il Ministero del Lavoro, il Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, la COVIP, il Mefop, l'Inps e le innumerevoli apparizioni televisive del consulente finanziario governativo Cesare Damiano, Ministro del Lavoro, ben due sondaggi, condotti rispettivamente dall'IPR Marketing e da Miojob (La Repubblica), danno un quadro chiaro sulla rapina messa in atto.


Infatti, la prima ricerca rileva che solo un lavoratore su quattro ha già deciso di far confluire il proprio TFR ai fondi pensioni privati mentre, il secondo, ha un aspetto ancora più interessante: il 62% dei lavoratori ha già deciso che non si farà rapinare e terrà il TFR in azienda.


Se si pensa ai 17 milioni di euro stanziati per la campagna a favore dello scippo, alla norma capestro del silenzio-assenso, ai promoter finanziari di Cgil, Cisl e Uil, al dispiegamento di tutti i mezzi di informazione (giornali e televisioni) e all'esercito di mercenari/economisti assoldati per spiegare le ragioni del furto e della ineluttabilità della previdenza integrativa, questi dati sono molto significativi.

Infatti, ci troviamo di fronte ad una vera e propria pubblicità ingannevole.

Non viene presentata l'alternativa tra mantenere il TFR per il lavoratore alle condizioni attuali o investirlo nei fondi; non si spiega che, se il lavoratore non decide, il suo TFR andrà ai fondi lo stesso; non si spiega che la decisione di versare il TFR ai fondi è irreversibile.

Insomma, volontariamente, non si pongono entrambe le scelte in parità e si fa una campagna per l'adesione ai fondi senza chiarire nessuno dei rischi che l'adesione ai fondi comporta.


Occorre, quindi, rafforzare l'impegno, la mobilitazione e la controinformazione affinché si respinga, con forza, lo scippo del TFR e quello imminente del TFS e si ribadisca la centralità del sistema previdenziale pubblico unitamente al diritto a pensioni certe e dignitose.


Quindi, alla luce della norma del silenzio/assenso (il TFR viene destinato automaticamente ai fondi di categoria), i recenti decreti attuativi delle disposizioni previste dalla Finanziaria 2007 in materia di conferimento del TFR e di Previdenza complementare, sono fondamentali.

Infatti, nel decreto 30 gennaio 2007 "Attuazione dell'articolo 1, comma 765, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Procedure di espressione della volontà del lavoratore circa la destinazione del TFR maturando e disciplina della forma pensionistica complementare residuale presso l'INPS (FONDINPS)"  (G.U. n. 26 del 1 febbraio 2007 - file in formato .pdf) sono contenuti i moduli che i lavoratori devono compilare per esercitare il loro RIFIUTO.

 

I lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi i lavoratori domestici, che abbiano un rapporto di lavoro in essere al 31 dicembre 2006, manifestano, entro il termine del 30 giugno 2007, la volontà di NON conferire il trattamento di fine rapporto (TFR) maturando ad una forma pensionistica complementare di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 (file in formato .pdf) e, quindi, di mantenere il trattamento di fine rapporto presso il datore di lavoro.

Detta manifestazione di volontà avviene attraverso la compilazione del modulo TFR1 (file in formato .pdf), che deve essere messo a disposizione di ciascun lavoratore dal datore di lavoro.

Il datore di lavoro deve conservare il modulo con il quale è stata espressa la volontà del lavoratore, al quale ne rilascia copia controfirmata per ricevuta.

I lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi i lavoratori domestici, il cui rapporto di lavoro ha invece inizio in data successiva al 31 dicembre 2006, manifestano, entro 6 mesi dalla data di assunzione, la volontà di NON conferire il trattamento di fine rapporto ad una forma pensionistica complementare attraverso la compilazione del modulo TFR2 (file in formato .pdf).


ATTENZIONE: se il lavoratore non esprime alcuna indicazione relativa alla destinazione del TFR, il datore di lavoro trasferisce il TFR futuro alla forma pensionistica collettiva prevista dagli accordi o contratti collettivi, anche territoriali, o ad altra forma collettiva individuata con un diverso accordo aziendale, se previsto. Insomma, a Cgil, Cisl e Uil.

Tale diverso accordo deve essere notificato dal datore di lavoro al lavoratore in modo diretto e personale.

La scelta di destinare il TFR ai fondi è IRREVERSIBILE.

Per i lavoratori che avessero già manifestato al datore di lavoro la propria volontà di NON conferire il TFR ad una forma pensionistica complementare, è fatta salva la decorrenza degli effetti dalla data della scelta già compiuta, a condizione che tale scelta sia confermata mediante la compilazione del modulo TFR1 o TFR2 entro 30 giorni dal 1 febbraio 2007, data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale.

 

 

 

"I FANNULLONI"

 

E' apparsa, su Il Riformista del 6 febbraio 2007, l'ennesima puntata della famosa telenovela "I dipendenti pubblici sono tutti fannulloni".

Questa volta, la soap opera si è arricchita di un altro personaggio.

Dopo i principali protagonisti, il crociato Ichino, Anna Finocchiaro, Nicola Latorre e Luigi Zanda, rispettivamente presidente e vicepresidenti del gruppo dell'Ulivo al Senato, Antonio Polito (Ulivo), Tiziano Treu (Ulivo) e Andrea Manzella (Ulivo), nella puntata andata in onda ieri è apparsa, a sorpresa, anche Fiorella Kostoris Padoa Schioppa!

La già presidente dell'Isae, ha esordito dichiarando:"il problema dei fannulloni si risolve con gli ammortizzatori sociali".

Un vero e proprio colpo di scena.

Oltre alla truppa dell'Ulivo, al ministro TPS, agli articoli su "La Stampa" della attuale coniuge, entra in scena anche l'ex moglie, Fiorella.

 

La soap opera si fa sempre più intrigante !!!!